Adottata la nuova direttiva sul distacco transnazionale: più margine agli Stati per contrastare il dumping salariale

Dopo un lungo e travagliato iter legislativo è stata adottata la direttiva 2018/957 del 28 giugno 2018 che riforma la disciplina del distacco transnazionale contenuta nella direttiva 1996/71. La nuova direttiva dovrebbe favorire una più efficace azione di contrasto al dumping salariale operato nell’ambito degli appalti transnazionali e attraverso le agenzie di somministrazione. Tra le novità più rilevanti c’è il riconoscimento per gli Stati membri della possibilità di imporre alle imprese straniere il rispetto dei medesimi standard retributivi applicati dalle imprese nazionali. Introdotto anche un limite di durata massima del distacco (12 mesi, prorogabili fino a 18) oltre il quale il lavoratore straniero deve intendersi stabilmente impiegato sul territorio nazionale. Per l’Italia non cambia però molto: resta infatti aperto il problema dell’applicabilità alle imprese straniere di contratti collettivi privi di efficacia erga omnes.